sabato 17 gennaio 2015

ELEGIA ALLA NEBBIA

ELEGIA ALLA NEBBIA




Perché queste lunghe parole qui,
adesso, di fronte a Lei ?
Perché il grande tradimento ricorda un canto ?
Colui che più in là del suo occhio non vide
è il sacrificio dello sconnesso specchio,
bianco di preghiere alla Morte
nell’ombra della Nebbia.
Ha accostato la turgida bocca assassina fissando
sul volto il segno cortese di due labbra rugose
che né al sogno né al conforto
Lei mai avrebbe potuto donare …
                        E’ giunta , quindi,
                        la inviolabile presenza del gelo, la Nebbia
                        e nebbia è ancora per te : per te
                        che più in là del tuo occhio non hai creduto
                        finchè il metallo di macchinari oliati
                        passò sul tuo corpo.
Chi sempre cercò la fuga cuoce nel nascosto regno
di un abisso costruito sua eterna dimora.
I fanali delle auto ingoiati, frutti prelibati,
inverno all’Inferno dei giocattoli Democritei,
atomi psichici : la Nebbia li seppellisce
e le mani sanguinano di furia e dolore.
                        La Nebbia ha portato via tutto,
                        anche il poco odio rimasto ;
                        inverno all’Inferno, con le dannate
                        danze degli addormentati sul masochistico diletto
                        di chi ha rifiutato di pensare con una propria mente :
                        il mostro è creato e infierirà sulle carni spogliate
                        angelicamente dalla Nebbia                                     
                        un giorno sulla strada ……..
un omicidio in maschera…………
                        la fuga da un velo che cercavano……
Un’isterica risata, nessuno è più riuscito
a distogliere lo sguardo dal proprio spettro ….
Ancora nebbia attorno a me, a nmoi,
attorno a tutto, a voi altri, ancora e per sempre nebbia.
La notte
sarà sorella del crimine ingenuo,
sorella del pentimento
sciogliendo il sacro Crisma della Rota
con l’invernale spada dell’Inferno.
                       



La nebbia stanotte guida le luci verso di me,
                        incido
                        la parola fine con serafica convinzione.
                        Intanto
                        Tre ragazzi, forse un po’ stanchi,
                        gettano le loro ossa nel maleodore bianco.
E’ la nebbia, la loro signora,
è lei la regina maliziosa, la garrota di anime spente,
si allontana e poi gioca, corrodendo nell’acido l’immaginazione.
NOI !
IO E LA MIA NEBBIA !
Eppure non mi dà fastidio pregare come un lupo la luna,
ma è proprio finito tutto :
le serate al Parco Lambro
a cantare imbevuti di vecchi sogni epilettici
sogni e sogni e sogni e sogni e sogni e sogni di gloria.
                        E’ proprio tutto finito,
                        i segreti peccati d’amore
                        occhi interrogativi nel buio fumoso
                        di una cantina come una prigione,
                        i rimasugli di amicizia lungo un versante
                        che costeggiava la strada principale,
                        storditi dall’ingrato fango sotterraneo…
La corsa finale verso il lido della liberazione
Nebbia tra i mari più melmosi,
e noi a pregare il Dio di un sole lontano…
e fu quella l’ultima notte che servii
la nottambula signora dell’acido :
io, un corvo, Satana con Mike Buongiorno
la morte dipinta sugli occhi
cercando un poco di saliva
per potersi dissetare in quel deserto.

Ultimo solenne sforzo di un traditore ……………..

“          Non m’importa di esser traditore,
            non m’importa se dolor mi rinfacciate,
            la strada a metà s’è tagliata,
            non io, non io ma voi siete coloro che
            più i là del bianco spettro vedrete ….
            Mai più, mai più …. Mai più ?                       “







Milano, Maggio 1978
Dario Vergani
Da "I LETARGHI" 1976-78

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